Testimonianza di suor Benedetta su don Mauro Evangelisti

Mercoledì 30 settembre nell’ambito della Veglia di preghiera per l’inizio dell’anno pastorale della nostra parrocchia suor Benedetta, della Piccola Famiglia dell’Assunta di Montetauro – che ha accompagnato don Mauro Evangelisti negli anni della sua malattia – ci ha raccontato la sua esperienza al fianco del “nostro” don.

qui trovate il video della testimonianza:

testimonianza suor Benedetta su don Mauro_ parte 1

L’audio non è perfetto per cui alleghiamo anche la trascrizione della testimonianza.

Don Mauro è arrivato nella nostra comunità il 18 gennaio del 2008. Eravamo tutti emozionati … sempre quando accogliamo un nuovo ospite c’è emozione, ma per lui era qualcosa di diverso, perché non solo accoglievamo un malato, ma un sacerdote malato. In realtà, subito ci fu un’accoglienza reciproca e tutti ci trovammo a nostro agio, perché don Mauro non solo veniva accolto, ma accoglieva tutti noi. Questa fu una sua caratteristica anche perché era un sacerdote e come sacerdote penso che tutti voi avete potuto sperimentare questa sua carità nei 13 anni in cui è stato in questa parrocchia e qualcuno di voi ha potuto sperimentare anche dopo quando lo  veniva a trovare nella sua cameretta a Montetauro.

Don Mauro accoglieva veramente tutti: giovani e anziani, sposati e consacrati, persone anche molto semplici che avevano bisogno di un conforto, di una parola … veramente don mauro si è fatto tutto a tutti. Qualcosa però in lui era cambiato e lo descrive bene in una sua testimonianza ad un gruppo che gli era venuto a fare visita.

Scrive don Mauro: “Quando sono diventato prete pensavo di mettermi a disposizione degli altri, di rendere le persone più vicine a Dio, di essere insomma uno strumento del Signore. Il prete è un po’ come l’apostolo, cioè un mandato in mezzo alla gente,con qualcosa da dire da parte di Dio. Ma perché ci possa essere questa comunione è necessario stabilire una relazione e per costruire una relazione bisogna condividere qualcosa. Stando in mezzo alla gente si diventa partecipi un po’ di tutto. … Ma quando stavo bene, cosa riuscivo a condividere? Molto poco, perché al massimo riuscivo a stare vicino agli altri o poco di più. Ma Dio non ha voluto solo stare vicino a noi. ha voluto farsi carico della nostra condizione e lo ha fatto fino alla croce.. Adesso io ho la possibilità di “stare dentro” la fatica e la sofferenza di tante persone. insieme a loro posso lottare, perché la speranza non venga a mancare in nessuna prova.

La preghiera e l’accoglienza erano spesso accompagnate dall’offerta della sua malattia. Scrive: “Adesso nella preghiera posso chiedere qualcosa di più, ma oltre a chiedere di più posso anche offrire di più. la nostra croce come quella di Gesù è un modo di condividere con gli altri … Ogni volta che noi celebriamo l’Eucarestia, ci uniamo a Gesù che dona la sua vita. La malattia e ogni tipo di croce è un modo di dare la vita con Gesù.“  

 

Il suo letto era diventato l’altare in cui insieme a Gesù offriva e consumava la sua offerta.

Dal nostro stare insieme e dalla progressione della malattia don Mauro ha tratto diversi insegnamenti, perché non dipendeva solo dalle macchine, ma doveva dipendere anche dalle persone che lo servivano. In qualche suo incontro si è così espresso:

“Anche io ho bisogno di qualcuno che porti la croce con me, che si faccia carico di me. le cose che io non sono più in grado di fare deve farle qualcun altro al mio posto. Se io non sono autosufficiente ho bisogno di qualcuno che non abbia i miei problemi e mi possa aiutare. a volte penso che sia più difficile stare vicino a chi sta male che essere malati noi stessi. Poi non so se sia più difficile soffrire o veder soffrire. Certo che l’amore di chi mi sta vicino è molto importante per capire il senso della mia vita… Il dipendere quasi totalmente dagli altri mi ha fatto capire il valore della collaborazione e dell’aiuto degli altri, rispetto alla presunzione di autosufficienza. questo permette anche di vedere il bene che gli altri ci vogliono, soprattutto i più vicini. Un altra cosa che si impara è il valore delle cose che di solito diamo per scontate. Il non parlare mi ha fatto capire l’importanze della parola, ma anche del silenzio. Il non mangiare più per bocca, ma solo con il sondino, mi ha ricordato che si mangia per vivere, non si vive per mangiare. Tutto questo però mi ha dato un amore per la vita ancora più grande di prima. Per assurdo, toccare il limite della vita ne fa capire meglio il senso.”

Questo amore per la vita l’abbiamo potuto vedere fino alla fine, anche quando la malattia si è fatta più pesante, anche quando erano più i giorni in cui stava male, che quelli in cui stava bene; appena si riprendeva un po’, diceva si stare benino e lottava fino alla fine con grande tenacia e forza. Forza che neanche lui si riconosceva. Quello che lo ha sostenuto è stata una gran fede in Gesù e l’amore e la vicinanza di tanti. Lui voleva che la preghiera non mancasse mai nei suoi incontri. Nell’ultimo periodo in particolare quando ormai non poteva più comunicare la sua accoglienza era un ascolto silenzioso delle persone che venivano e silenziosamente pregava con loro. Quando pregava si ricordava sempre di tutti. Amava molto la preghiera e la Scrittura di cui sempre si è nutrito e che l’hanno confortato nella prova. Voleva che si pregasse per lui e insieme a lui, specialmente negli ultimi suoi giorni in mezzo a noi.

Per assicurarsi questo aveva lasciato scritto nelle sue disposizione anticipate di trattamento (che tra l’altro sono un inno alla vita), che chiedeva l’assistenza spirituale di un sacerdote e la preghiera prima del grande passaggio.

Anche molti anni prima, nella festa di San Camillo de Lellis del 2008, mi aveva chiesto di stare vicino a lui nell’avvicinarsi della sua morte. A me era sembrata una richiesta prematura, ma poi capii che voleva essere sicuro di essere accompagnato con la preghiera e la vicinanza all’incontro con il suo Signore… e questo mi fa riflettere anche sulla situazione di questo ultimo periodo dove la gente muore da sola, oppure è costretta ad affrontare da sola una malattia terribile a causa del Covid …

in effetti, come lui desiderava, quell’ultimo giorno è stato caratterizzato da una preghiera incessante. Fin dal mattino, quando ormai si vedeva che la situazione stava precipitando, dopo la Comunione che gli portavo ogni giorno, gli dissi che il Signore era vicino e che ci dovevamo preparare. lui chiuse gli occhi per dirmi di si, po da lì a poco non li avrebbe più mossi. tutto il giorno si pregò vicino a lui e insieme a lui: parenti, amici, parrocchiani sono venuti a salutare per l’ultima volta il loro caro don e con lui hanno pregato per l’ultima volta. La preghiera fu  continua fino all’ultimo minuto quando il Signore chiamò il suo servo fedele all’incontro con lui. Questo era proprio quello che don Mauro desiderava.

Ecco … questo è quello che questa sera sento nel cuore e che volevo trasmettervi ringraziando insieme a voi di aver potuto conoscere don Mauro. abbiamo potuto tutti sperimentare la sua carità . Io ho potuto servirlo e ringrazio perchè quello che lui ha imparato dalla malattia, dal nostro stare insieme l’ho potuto imparare anche io e di questo rendo grazie!!

Suor Benedetta

Settimana biblica 2020

Giunta alla sua XXII edizione, la Settimana Biblica (dal 28 settembre al 1 ottobre in Sala Manzoni e in diretta su IcaroTv) sceglie il libro del Cantico dei Cantici. Il Cantico dei Cantici è un libro che rende impure le mani”, come usa dire la tradizione ebraica per indicare il carattere ispirato all’opera. L’immagine, pur provenendo da una remota antropologia del sacro, offre un’indicazione preziosa al lettore: non ci si può accostare all’opera con tocchi fugaci e superficiali, che non ne colgano, con rispetto e venerazione, l’insondabile profondità, simbolica e rivelativa. Non si può quindi comprendere il Cantico senza penetrare, almeno un poco, questa densità semantica, simbolica, antropologica. Ciò richiede un’indagine comparativa che ne mostri il radicamento letterario e insieme una rivelazione del vocabolario, che faccia emergere i temi. teologici e antropologici, di cui il Cantico è intessuto. Infine, non si può tralasciare una consapevolezza della storia degli effetti, nella cultura e nell’arte, che questo libro ha generato. Essa ci mostra il fascino del mistero divino-umano dell’amore e insieme il tentativo di addomesticarlo con rassicuranti allegorie.

PROGRAMMA

Lunedì 28 settembre                                                                                                        Il Cantico dei Cantici, introduzione e lettura                                                 L’attore Paolo Summaria e la biblista Laila Lucci offrono un ingresso nell’opera, con la lettura di passi corredati da introduzioni e chiavi interpretative.

Martedì 29 settembre                                                                                                      Il Cantico dei Cantici: simboli e tematiche                                                                  Il biblista Luca Mazzinghi presenta l’esegesi di passi specifici del Cantico, con la rilevazione di simbologie e temi significativi.

Mercoledì 30 settembre                                                                                                     Il Cantico dei Cantici nella cultura e nell’arte                                                             Si saggiano alcune riletture posteriori, nella cultura e nell’arte, che aiutino a comprendere l’immenso e attuale apporto culturale di quest’opera, grazie alla ricognizione operata da Marcello Panzanini. Inoltre confrontandosi con diverse traduzioni, antiche e contemporanee, di alcuni passi, il contributo dell’attore Roberto Mercadini costituisce un’appassionata riproposizione artistica dell’opera.

Giovedì 1 ottobre                                                                                                            L‘amore umano nella Bibbia.                                                                                    Presentazione del Documento PCB “Che cosa è l‘uomo”. Si propone un ampliamento antropologico sul tema dell’amore umano, come esso emerge nella Sacra Scrittura, alla luce del recente Documento della Pontificia Commissione Biblica, intitolato “Che cos’è l’uomo” (nn. 158-164), commentato dalla biblista Nuria Calduch-Benages (Pontificia Commissione Biblica) Conclusioni a cura del vescovo Francesco Lambiasi.

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  • DoveLa Settimana Biblica si svolgerà in Sala Manzoni, Via IV Novembre 35, Rimini    
  • Posti in sala saranno limitati: prenotazioni e informazioni dal 01/09/2020 al 20/09/2020 presso la Segreteria Diocesana (0541-1835105) oppure attraverso il sito www.settimanabiblica.it 
  • Contributo (comprensivo di cartellina): € 3,00 a serata.
  • Diretta Streaming: Sarà predisposta una diretta dell‘evento su Icarotv. Le conferenze iniziano alle ore 21.


il Meeting 2020 a Miramare

IL MEETING… A MIRAMARE

 Serate sul sagrato della Chiesa “Sacro Cuore di Gesù” a Miramare di Rimini

per vivere insieme gli eventi più significativi del Meeting2020 Special Edition 

 Sarà uno dei primi momenti di riflessione collettiva sull’Italia e l’Europa del post-Covid, con lo sguardo rivolto al futuro. Il Meeting di Rimini quest’anno si terrà dal 18 al 23 agosto in modalità “blended”, sarà cioè trasmesso sulle piattaforme digitali (sito, social, canale Youtube), mentre alcuni eventi si terranno con presenza di pubblico nella sede della manifestazione, che quest’anno sarà il Palacongressi di Rimini. Ma il 2020 è anche l’anno della diffusione capillare del Meeting in 85 città italiane e 12 nazioni dalla Russia all’Argentina, nelle quali sono previsti eventi collegati alla manifestazione riminese.

Anche a Miramare di Rimini quest’anno, nella città del Meeting, la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù ha pensato di proporre alcuni degli appuntamenti più significativi del Palacongressi. È nata così l’idea del “Meeting 2020 … a Miramare”, un appuntamento serale nella settimana Meeting sul sagrato della chiesa parrocchiale. Verrà proiettato un evento della giornata offrendo anche la possibilità di incontrare dal vivo alcuni dei protagonisti.

Agli appuntamenti miramaresi interverranno anche, la prima sera, Luna El Madoui e Veronica Guidotti, studentesse universitarie che insieme ad altri 100 compagni si sono lasciate interrogare dalla domanda che in questi mesi in tanti ci siamo posti e che è all’origine della mostra “Vivere il reale”: “Si può parlare di meraviglia o di stupore dinanzi alla imperversante durezza della realtà?”.

Altro ospite d’eccezione alle serate sul sagrato la prof.ssa Mariella Carlotti, Preside del Conservatorio San Niccolò di Prato e curatrice della mostra “Bethlehem Reborn. Le meraviglie della Natività” che nella sera del 21 agosto ci introdurrà al luogo della meraviglia per eccellenza: la Basilica della Natività a Betlemme.

Le due serate saranno introdotte dalla Compagnia del Presepe Vivente, gruppo musicale nato dall’esperienza del Presepe Vivente di Miramare che, riunendo le principali realtà educative del territorio (scuola e parrocchia), da 17 anni segna la vita del quartiere alla periferia sud di Rimini realizzando sul territorio la meraviglia di una comunità educante permanente. Chi sarà presente alle serate potrà inoltre accostarsi ad uno dei temi caldi del Meeting, quello della cura e della salute, attraverso le testimonianze di professionisti impegnati su frontiere estreme della cura della persona nell’incontro “La vita: un mistero”, così come potrà approfondire il tema alla radice della ri-partenza attraverso la riflessione di Juliàn Carròn nell’incontro dal titolo “Da dove nasce la speranza?” e  nelle testimonianze dal mondo di donne che in situazioni estreme mostrano come sia possibile “sperare quando tutto sembra impossibile”. Non mancherà infine un assaggio di “festa” attraverso l’avventura umana e sportiva della salita al K2 e lo spettacolo conclusivo guidato da Gioele Dix con volti noti del mondo della musica e 100 giovani musicisti provenienti da diversi paesi.

«Durante il lockdown abbiamo deciso di realizzare il Meeting, pur nelle limitazioni più stringenti imposte dall’emergenza, perché siamo convinti che la manifestazione potrà essere una grande occasione, dopo la fase acuta della pandemia, di condividere le tante domande emerse sul significato della vita e della sofferenza, le domande e le preoccupazioni legate all’educazione e al lavoro, per poter affrontare con consapevolezza, responsabilità e speranza la ripresa di un’economia più sostenibile e giusta, di una convivenza sociale dignitosa, di una politica nazionale ed europea al servizio dell’uomo». È quanto ha dichiarato il nuovo presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz.

«Il titolo del Meeting “Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime”, scelto alla fine del Meeting precedente, poteva sembrare poco idoneo a questo momento storico, ma si è invece rivelato profetico», ha aggiunto Scholz. «Tante esperienze vissute in questi mesi così drammatici hanno dimostrato che lo stupore di fronte alla propria vita e alla vita dell’altro ci rende più consapevoli e più creativi, meno inclini alla scontentezza e alla rassegnazione. Solo soggetti grati e coscienti saranno in grado affrontare le sfide che ci attendono».

Il “Meeting a Miramare” intende offrire qualche “assaggio” della ricchezza della proposta della Special Edition, rimandando chi ne rimanesse colpito o incuriosito ad approfondire la conoscenza attraverso la fruizione di tutti i contenuti messi a disposizione dalla modalità “blended” sia sulle piattaforme digitali che con la presenza fisica al Palacongressi. Perché la “meraviglia” non finisca.

Info: 3397779548 – marialetizialazzari@gmail.com