Icona Santa Maria Madre della Chiesa

Quest’icona dedicata a Maria Madre della Chiesa ci fa riflettere e prendere coscienza sulla profondità del messaggio di Gesù. Maria non ha più una sua storia ma è stata coinvolta nel progetto grande del figlio di Dio: è suo ciò che ha portato dentro di se, ma è da manifestare e donare al mondo per la sua salvezza e attende da tutti noi, sua Chiesa, il nostro si quotidiano.

Sabrina Soretti

SCHEDA TECNICA

L’icona è una rappresentazione simbolica anonima (in quanto rito e non dipinto personalizzato) la cui particolarità si evidenzia già nella preparazione del supporto su cui si dipinge. La tavola di legno è il simbolo della CROCE. La tela è il simbolo del “mandylion” tela su cui è rimasta impressa l’impronta del volto di Cristo (Sindone o Velo della Veronica)
Il “levkas (gesso che viene steso sulla tela) è simbolo della pietra angolare. L’emulsione su cui si impastano i colori  (uovo) è simbolo pasquale e (vino) è simbolo eucaristico
I colori sono  simbolo della luce materializzata. L’icona di Maria madre della Chiesa è stata pensata e scritta con don Mauro Evangelisti  nel 1997.  Essa rappresenta Maria, madre di Gesù Cristo ai piedi della croce perché è lì che nasce la Chiesa. Un lungo abbraccio da parte dell’apostolo Giovanni ne rafforza l’immagine, veicolo ideale a far penetrare più in profondità il concetto spirituale che ognuno di noi è chiamato a fare: abbracciare la Chiesa nella sua interezza. Ai piedi di Cristo crocifisso l’Addolorata appare ritta nel suo dolore.  E’ una Madonna detta della    “Passione” e “hodigitrìa” perché indica con il gesto della mano il figlio. Maria insieme all’apostolo Giovanni occupa uno spazio rilevante a significare l’importanza della Vergine perché è “colei che genera Dio” ( Theotòkos ), indica e offre al genere umano il figlio rivelando così la gloria di Dio. È in atteggiamento meditativo, alcuni elementi del suo volto, concorrono a conferire alla tenerezza materna un’intima angoscia: conosce la sorte del figlio che si è incarnato, è divenuto uomo, per morire sulla croce, per soffrire la passione. A motivo di questa passione il volto della vergine è penetrato da un’intensa emozione e afflizione: il naso lungo e stretto, la bocca sottile e piccola, i grandi occhi scuri sotto le arcate sopraccigliari leggermente elevate e la fissità dello sguardo in cui c’è mistero, gravità e tristezza. Con il gesto della mano indica suo figlio per dirci di seguire Lui, il pastore del gregge, Colui che solo sa. C’è tutto il mistero del Figlio di Dio morto per noi e vivente nella luce increata da cui tutto ha origine a cui tutto ritorna (sfondo dorato). E’ sotto a quella croce che stiamo tutti noi con Maria e Giovanni che ci rappresenta, a stupirci, a glorificare la misericordia di Dio per il suo progetto d’ amore. L’atteggiamento di Giovanni, l’apostolo più amato, è quello di chi nel dolore, nella fatica del comprendere il mistero di Dio, lo abbraccia totalmente, in Colei di cui Gesù disse “Donna, ecco il tuo figlio … ecco la tua madre”. Lo sguardo di Giovanni emerge piano piano dalle tenebre dello sconforto alla luce della resurrezione. Gli occhi infossati ed oscurati dal dubbio esprimono la situazione dell’uomo di fronte al Mistero, rappresentano le nostre esitazioni. Ma l’aureola ed il colore del mantello lo dichiarano vincitore sulla tentazione. La Parola di Dio, l’abbraccio di Maria (Theotòkos) gli offre discernimento e forza così da annunciare con la sua vita la potenza e la misericordia di Dio.

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Tutto ciò che compone quest’icona rimanda all’insuperabile, all’apertura illimitata: i colori, fatti risplendere dall’oro, come il rosso, il porpora, il giallo, l’azzurro, il blu non somigliano ad alcuna cosa colorata nella realtà ma hanno un riferimento in campo liturgico in cui annunciano:
l’oro l’eternità (simbolo della luce di Dio, della sua trascendenza è il luogo del mistero);
il rosso la passione di Cristo (l’amore donato, offerto);
 l’azzurro ed il blu la divinità e umanità del figlio di Dio e la sua regalità;
il giallo l’umanità,
 il porpora (quasi ciliegio profondo) la consacrazione a Dio ma anche la profonda tristezza del cuore trafitto.
La madre di Dio è avvolta dal “maphorion” purpureo come si addice alla regina  santissima.  Porta sulle spalle e sul capo le tre stelle segno della regalità e verginità perpetua, ha il capo avvolto dalla luce divina. Con l’iscrizione MP-OY (Mèter Theoù) si sottolinea la sua dignità di Madre di Dio. L’icona è immersa nell’oro. I manuali di pittura parlano del fondo oro definendolo “ouranos”, cioè cielo, gli iconografi in genere lo chiamano “phos” ossia luce. E’il simbolo della luce di Dio e i personaggi ed il paesaggio ne sono già trasfigurati. La croce di Gesù è piantata sul Golgota, etimologicamente “luogo del teschio”; teschio secondo la tradizione di Adamo che sarebbe stato sepolto in questo luogo. L’intera composizione è centrata, impiantata su questa anfrattuosità nel terreno che è sia il luogo delle tenebre sia la grotta della nascita di Gesù e rappresenta il sepolcro nero come gl’inferi (“Egli è disceso dal cielo fin nell’oscurità della terra, ha assunto la nostra condizione umana si è incarnato per farci risorgere e trasfigurare”). In essa converge ogni elemento nella profondità della terra.
La croce è l’albero della vita che unisce le cose del cielo a quelle della terra.  Le iscrizioni IC-XC (Jesus Christòs) ci dicono l’identità del crocifisso. Dietro il gruppo centrale, le mura della città di Gerusalemme, dove è avvenuta la crocifissione così come ci è tramandata dalla tradizione.

Sabrina Soretti

Preghiera a Maria Madre della Chiesa
Dio, Padre di misericordia,
il tuo unico Figlio, morente sulla croce,
ha dato a noi come madre nostra
la sua stessa madre, la beata Vergine Maria;
fa’ che, sorretta dal suo amore, la tua Chiesa,
sempre più feconda nello Spirito,
esulti per la santità dei suoi figli
e riunisca tutti i popoli del mondo
in un’unica famiglia.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

(dalla Liturgia)