Rapporto 2020 Caritas Parrocchiale Miramare di Rimini

Rapporto 2020 caritas parrocchiale Miramare: Nell’anno 2020 il gruppo dei volontari che operano nella Caritas della nostra parrocchia non è cambiato. Negli ultimi due mesi di quest’anno, abbiamo avuto un aiuto saltuario esterno per il confezionamento dei pacchi alimentari da una persona sempre della nostra parrocchia (ex-educatrice giovani), che però ancora non possiamo considerare nuova volontaria Caritas.

Nulla è cambiato per quanto riguarda gli orari, le sedi e le giornate sia del centro di ascolto che della distribuzione degli alimenti. Nell’anno 2020 abbiamo distribuito i pacchi alimentari anche nel mese di Luglio considerando la richiesta e la necessità del momento particolare che stavamo vivendo.
Durante i mesi del lockdown (marzo-aprile) abbiamo lavorato da remoto per organizzare la distribuzione degli alimenti, che fattivamente è stata fatta dai nostri ragazzi Scout. In quella occasione abbiamo contattato telefonicamente le persone sia per le comunicazioni riguardanti la distribuzione degli alimenti, che per i colloqui come centro d’ascolto.
Le iniziative di carità proposte e realizzate dalla nostra Caritas parrocchiale sono state:

  • In Quaresima, causa il COVID, non potendo raccogliere generi alimentari, è stata fatta una raccolta di denaro;
  • Ad Ottobre una sola raccolta di generi alimentari presso il supermercato Coop di Miramare;
  • In Avvento una raccolta di offerte per l’iniziativa della “spesa sospesa”, le calze della Befana ed i dolciumi, a cui ha partecipato con buona sensibilità, l’intera comunità parrocchiale.
  • Una  raccolta di denaro in chiesa, ina sola volta, durante le messe della prima domenica di Avvento. 

Tutti i fondi raccolti sono stati utilizzati per le esigenze e le necessità delle famiglie che si rivolgono a noi riguardanti: pagamenti di bollette, rinnovi permessi di soggiorno, contributo per libri scolastici, acquisto farmaci ed anche una tantum per un aiuto al pagamento di affitti.

Chi si è rivolto alla Caritas                                                                                  Nell’arco dell’anno 2020 abbiamo avuto un aumento di persone, che si sono rivolte alla nostra Caritas parrocchiale. L’aumento più consistente, circa 30 persone, si è avuto nei mesi da marzo a maggio. Alcune di queste persone sono state registrate, ma di molte avevamo solo pochi dati e quindi possiamo solo indicarne il numero. A chiedere nuovamente l’aiuto della Caritas in questo anno 2020, abbiamo avuto anche un nucleo famigliare che conoscevamo dal 2018 e non avevamo più visto, ed anche una persona italiana che dagli inizi 2019 non si era più presentata. 

Le persone nuove che si sono rivolte per la prima volta nel 2020 sono state 22 di cui 8 italiane e 14 straniere con nazionalità maggiormente ucraina, ma anche albanese, tunisina, rumena, russa e senegalese. Delle 8 persone italiane, n. 4 sono sole e 2 sono nuclei famigliari, ma senza presenza di minori. Di queste, n. 2 sono di età sotto i 30 anni, n.1 dai 30 ai 49 e n. 5 dai 50 ai 70.
Delle 14 persone straniere n. 5 sono sole e n. 3 sono famiglie. Delle 3 famiglie straniere solo 2 hanno figli minori con età di 8- 10 e 14 anni. Le età delle 14 persone straniere sono: n. 4 sono sotto i 30 anni, n. 4 fra i 30 e 49 e n. 6 fra i 50 e 70.
Delle 22 persone nuove che abbiamo incontrato, 20 si sono rivolte a noi a causa della pandemia in quanto la maggior parte di queste sono badanti e lavoratori stagionali, che con il Covid si sono trovate senza lavoro. Le 2 persone rimanenti si sono trovate sempre a causa del Covid, ad avere la sospensione di un tirocinio e di una borsa lavoro, istituti che erano stati entrambi attivati dai Servizi Sociali.
Dal loro racconto le maggiori fragilità sono di aspetto occupazionale e quindi economico, e in alcuni casi sono emerse anche delle problematiche di salute. Tra  le persone incontrate solo due hanno il reddito di cittadinanza che serve per pagare l’affitto di casa.

Il periodo del  lockdown  (marzo- aprile 2020)                                                                  Per far fronte alle tante situazioni di fragilità arrivate nei mesi del lockdown, il nostro parroco con alcuni volontari della Caritas, ha risposto alle tante persone che si ritrovava sul piazzale ogni giorno, dando ciò che aveva disponibile sia in alimenti che in denaro.

Noi del gruppo Caritas, dopo le disposizioni del DPCM e quelle della Caritas Diocesana, chiuse le attività in presenza, ci siamo attivate a dare la nostra collaborazione da remoto, proponendo sul gruppo della rete, un appello a tutta la comunità a donare una spesa, o offerte in denaro da versare sul conto corrente della Parrocchia. Questo ha permesso di far fronte nell’immediato alle richieste che arrivavano. Con il seguire dei giorni altri aiuti sono arrivati da parte della protezione civile, da alcuni privati che hanno donato merce alimentare, e dalla cooperativa dei pescatori; aiuti che ancora arrivano senza un’organizzazione precisa.
Un aiuto importante e fisso nel nostro territorio, lo hanno offerto anche le Sorelle dell’Immacolata, che durante questa pandemia, hanno risposto distribuendo pasti caldi e panini, ad un significativo numero di persone presenti nel nostro quartiere che vivono in condizioni molto precarie

Dopo la collaborazione dei giovani Scout per la distribuzione del pacco viveri ai nostri assistiti Caritas nei mesi di marzo ed aprile, a Maggio il nostro gruppo è rientrato in presenza nei locali della parrocchia. Si è riaperto il servizio del centro di ascolto e della distribuzione, nel rispetto delle misure previste dal DPCM. Il nostro lavoro di volontari quest’anno ci ha impegnati di più non solo sul piano dei numeri e degli aiuti concreti, che abbiamo cercato di rendere più consistenti data la situazione, ma anche per aver accompagnato le persone, con maggior vicinanza psicologica e sostegno possibile, in un momento così difficile.

Riflessioni finali                                                                                                                Possiamo dire che l’anno 2020 è stato un anno più positivo degli altri, per due aspetti:

  • uno, perché si è concretizzata una buona collaborazione tra noi e i vari soggetti della nostra realtà parrocchiale, dai giovani scout a quelli dell’ACR, dalla segreteria ad alcuni volontari, ed anche dalla risposta che ha dato l’intera comunità, facendoci respirare e vivere un bel spirito comunitario.
  • secondo, perché questa pandemia ha suscitato nelle persone uno slancio di solidarietà sorprendente e inaspettato in particolar modo nelle proposte fatte nel periodo d’Avvento e di Natale, una vera esplosione di generosità.

Solidarietà e collaborazione hanno caratterizzato questo anno così difficile e la parola vicinanza, ha preso il posto della parola indifferenza. L’insegnamento che ne deriva è che realizzare unità è una grande sfida : stare vicino alle persone per capire le loro domande , per accompagnarle, per aiutarle nella via della speranza bisogna farlo insieme, unire le forze e fare rete, integrando pensieri e azioni diverse, l’io deve cedere il posto al noi.

Il senso profondo del nostro piccolo operare lo dona la fede in Dio, che dà spessore alle nostre misure, seppur insufficienti, ma che nella logica del dono, il suo amore si concretizza con i nostri gesti. Dio ha bisogno di ciascuno di noi per prendersi cura dei più deboli e con la forza della preghiera Lui ci aiuta a renderci suoi testimoni.

Questo periodo di pandemia è sconvolgente per l’entità e la vastità della diffusione di questo virus che sembrava inizialmente innocuo, (meno di una influenza) e che invece si sta rivelando un dramma globale. Certo la nostra vita è cambiata, le chiusure, il distanziamento, le mascherine, l’impossibilità di abbracciarsi, di toccarsi, di avere relazioni serene, di non poter vedere più il sorriso sui visi delle persone, di essere soli ad affrontare la sofferenza e la morte. In questo periodo abbiamo imparato a fermarci, a meditare e a pregare di più. Abbiamo capito, nonostante la fatica, che questo tempo è il tempo che ci è dato da vivere e nel quale dobbiamo stare, cercando di non sprecarlo, in quanto dono, ma di impegnarlo perché diventi un’opportunità di vita più vera e consapevole.
Abbiamo percepito in maniera più forte la presenza del Signore nelle nostre giornate e di fronte a tanta sofferenza sia sanitaria che sociale, abbiamo riconsiderato che cosa è essenziale nella nostra vita. La fede è una di queste essenze.

Il servizio in Caritas spiritualmente è per noi è molto importante, perché ci consente di avere cura di noi per poi prenderci cura degli altri, delle persone più fragili e più bisognose sull’esempio di Gesù.
Concludendo vogliamo ringraziare il nostro parroco Don Giovanni, la Caritas Diocesana, e quanti hanno contribuito accompagnandoci con la preghiera e con la carità che ci ha sostenuto in questo anno.

Gruppo Caritas parrocchiale Miramare

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