Il calore di un incontro

I ragazzi del gruppo ACG hanno incontrato gli ospiti del “Sottomarino Giallo”

Il percorso di Azione Cattolica di quest’anno ha avuto come fulcro l’icona biblica dell’incontro di Maria con Elisabetta: una partenza veloce per un incontro ed un annuncio.. “L’anima mia magnifica il Signore …” Fedeli a questa immagine evangelica, noi educatori dell’ACG abbiamo pensato per i ragazzi diverse opportunità di incontro, tra loro e con alcune realtà locali. Sicuramente la più entusiasmante è stata quella con gli ospiti del “Sottomarino Giallo” di Viserba.

Ce ne parla Gianluca:

Venerdì 11 marzo con il nostro gruppo dell’ACG siamo andati a visitare la casa del Sottomarino Giallo, casa che ospita 13 ragazzi, di età media tra i 18 e 32 anni,  scappati  dalla guerra e in attesa dei documenti .

Al nostro arrivo ci hanno accolto con grande calore e, insieme ai loro educatori Elisa e Stefano, ci hanno raccontato la fuga dal loro Paese, il loro arrivo in Italia e come vivono ora le loro giornate. Molti di loro sono Gambiani, uno proviene dall’Algeria e uno dall’Afghanistan. Quasi tutti parlavano inglese e solo il ragazzo algerino parlava francese. Parlavano anche il loro dialetto e alcuni di loro conoscevano fino a 4 lingue! Ora stanno studiando anche l’italiano. Dopo aver conversato a lungo, prima della cena, hanno cantato e suonato per noi i loro tamburi. E hanno fatto le loro danze: un ragazzo ha invitato a ballare a me e ad una mia amica … è stato troppo divertente!  Durante la cena abbiamo mangiato un loro piatto tipico  – in realtà era solo per loro, ma hanno insistito per condividere come fanno i veri amici – e abbiamo continuato a chiacchierare tra noi (…non ho mai parlato così tanto in inglese e francese in tutta la mai vita!).

Ci hanno raccontato che la mattina vanno a scuola di italiano a Rimini in centro, chi con l’autobus, chi in bicicletta, mentre il pomeriggio lo trascorrono a casa guardano la tv, ascoltando musica o facendo qualche lavoretto proposto dagli educatori. I loro educatori ci hanno spiegato che è molto importante che imparino a fare dei lavori, a darsi da fare: infatti coltivano un piccolo orto, cucinano insieme e hanno anche imparato a fare la piada e le tagliatelle! Fanno anche alcune uscite: un giorno li hanno portati in  Carpegna dove hanno visto la neve per la prima volta.

A fine serata ci siamo salutati con una nuova parola – ”suidodia“ – che significa ‘buonanotte’ nel  dialetto della loro tribù. E’ stato difficile salutarci…  non volevano farci venire via! Siamo stati davvero molto bene insieme, come tra amici che si conoscono da tanto …

Una bellissima esperienza che ripeterei molto volentieri!!

Gianluca Latorre

 

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